Lunedì, 06 Luglio 2009 15:15

Una nota sulla relazione del Presidente degli industriali napoletani

Scritto da  Gerardo

Ringraziando Domenico Pizzuti per la preferenza accordataci, diamo rilievo alla sua nota, non solo politica, sull’apertura dei giochi nella politici napoletani e campani.




UN LETTIERI PER NAPOLI O LA CAMPANIA? IL GIOCO È APERTO

Domenico Pizzuti

L’evento dell’assemblea annuale degli industriali napoletani al San Carlo con la relazione del Presidente Lettieri che ha gettato sassi nello stagno non va ridotto all’uno o altro capitolo più o meno condivisibile della relazione, ma al suo significato “politico” perché prefigura una discesa in campo non puramente personale con una serie di analisi e proposte. Per un certo verso l’intervento di Lettieri al Massimo di Napoli va salutato positivamente perché se non altro movimenta l’agone politico con nuovi soggetti portatori di idee e naturalmente di interessi per non peccare di ingenuità, di fronte ad una asfissia del dibattito di idee da parte delle coalizioni politiche ed alla resistenza nel potere dei rappresentanti di Regione e Comune al di là della legittimazione formale di tipo elettorale. Per un altro verso, pone un problema che non è di oggi, come G. Galasso ha documentato egregiamente nella sua Storia di Napoli, e riguarda nei decenni del secondo dopoguerra la volontà e/o capacità della classe imprenditoriale napoletana di farsi o meno classe dirigente che è messa alla prova per l’oggi o prossimo futuro. Anche se da altri rappresentanti dell’industria della Campania non sono sostenute candidature politiche di industriali se non a titolo personale, a nostro avviso, rimane il problema in che misura e modalità il ceto industriale voglia farsi classe dirigente o almeno attore trainante dello sviluppo economico e sociale del territorio.

La dichiarazione del Presidente Lettieri della disponibilità degli imprenditori ad assumersi sempre più ampie responsabilità sembra non essere un fatto puramente personale, e apre una serie di questioni come per esempio con quale programma per un rilancio sociale ed economico di Napoli e della Campania si propongono per responsabilità pubbliche, ed eventualmente quali forze intendono coagulare intorno ad un progetto di programma ed a presidio e promozione di quali interessi per non dire “blocco sociale”. Per avvalorare un’autentica leadership occorre primariamente disporre di un think thank aperto alle varie competenze e professionalità che elabori e verifiche proposte e strategie, come nelle varie fondazioni politico-culturali che fioriscono da parte non solo di leader politici

Naturalmente il gioco è aperto nel centro-destra su eventuali candidature di spicco per le prossime tornate elettorali, per non seguire liturgie che premino tradizionalmente gli apparati partitici e non leadership riconosciute che facciano aggio per la bisogna. Al di là di legittime aspirazioni di personale politico da comprovare per capacità ed affidabilità, non bisogna nascondersi che diverse sono le risorse finanziarie disponibili da parte del Comune e della Regione per la gestione dei fondi europei. E quindi diverse le aspirazioni e gli appetiti per ricoprire cariche rappresentative, naturalmente per il bene comune possibile!

Per non applaudire o meno il primo che si presenta alla ribalta teatrale come sogno di prima estate napoletana che rischia di dileguarsi nel cicaleccio politico, ci auguriamo che vengano alla ribalta altre componenti della società civile con le loro idee e proposte, quali organizzazioni sindacali, professionali, associazioni volontarie e del terzo settore. Interessa tutti che al di là dell’assalto alle poltrone pubbliche da parte di portatori di interessi particolaristici, che talora hanno conquistato dirigenze partitiche, si riapra un dibattito di idee e proposte che abbia anche i connotati di un sogno per ridare fiducia, speranza di crescita, sviluppo economico, sociale e civile e partecipazione. Secondo noi in maniera responsabile, solidale, collettiva e trasparente, e che faccia attenzione alle diverse soggettività e bisogni di vita della popolazione.

È troppo pensare ad una “biopolitica” che rompa la seriosità e le maschere grigie di tanti politici vecchi e nuovi. Ma anche intellettuali?


Napoli, 3 luglio 2009

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